Nonostante si trovi a un solo kilometro di distanza dalla stazione e sia facilmente raggiungibile a piedi, il Sanjūsangendō (三十三間堂) non è sicuramente uno dei templi più conosciuti di Kyoto.
Costruito verso la fine del periodo Heian (nel 1164) e ricostruito fedelmente nel 1266 a seguito di un incendio, il Sanjūsangendō è reso unico dalla particolarità che, nel salone principale del complesso (lungo 120 metri e largo 22), trovano posto ben 1001 statue dorate di Kannon, la Dea della misericordia.
Nonostante il suo nome ufficiale sia Rengeō-in (蓮華王院 salone del Re del fior di loto), il nome Sanjūsangendō, con cui è più comunemente conosciuto, deriva da 三十三 (trentatre), 間 (intervallo) e 堂 (salone) e richiama quindi la struttura del padiglione principale in cui sono ospitate le statue. Quest'ultimo, infatti, poggia su 33 colonne di supporto equidistanti che vanno appunto a creare le 33 sezioni che il visitatore dovrà attraversare.
Entrando nel salone principale, si resta senza fiato alla vista di tutte queste statue a grandezza naturale, perfettamente allineate su dieci file rialzate, fino a formare una lunga gradinata di 120 metri.
Al centro della sala, trova posto la statua principale, alta tre metri, della Dea in posizione seduta. Ai suoi lati troviamo invece 500 statue in piedi alla sua destra e altre 500 alla sua sinistra. Tutte le statue sono realizzate in legno e ricoperte con foglie d'oro.
In aggiunta alle 1001 statue della Dea Kannon, davanti alla prima fila, troviamo anche altre 28 statue che rappresentano le famose divinità dei minacciosi guardiani che siamo abituati a trovare agli ingressi dei templi. Tra le più famose, spiccano le classiche statue di Fujin e Raijin, gli Dei del vento e del tuono, Karura o quelle dei guardiani Niō: Agyō e Ungyō.
Nel mese di gennaio, la domenica più prossima al 15, si tiene poi il Toshiya Matsuri: un festival nel quale migliaia di giovani arcieri vengono introdotti all'età adulta con una gara di tiro con l'arco in costume.
Per chi decidesse di visitarlo, è importante tenere presente che l'ultimo ingresso è alle 16.30, nella stagione estiva e alle 15.30 durante la stagione invernale (dal 16 novembre al 31 marzo). Inoltre è assolutamente vietato scattare foto all'interno del salone con le statue.
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Nonostante il suo nome ufficiale sia Rengeō-in (蓮華王院 salone del Re del fior di loto), il nome Sanjūsangendō, con cui è più comunemente conosciuto, deriva da 三十三 (trentatre), 間 (intervallo) e 堂 (salone) e richiama quindi la struttura del padiglione principale in cui sono ospitate le statue. Quest'ultimo, infatti, poggia su 33 colonne di supporto equidistanti che vanno appunto a creare le 33 sezioni che il visitatore dovrà attraversare.
Entrando nel salone principale, si resta senza fiato alla vista di tutte queste statue a grandezza naturale, perfettamente allineate su dieci file rialzate, fino a formare una lunga gradinata di 120 metri.
Al centro della sala, trova posto la statua principale, alta tre metri, della Dea in posizione seduta. Ai suoi lati troviamo invece 500 statue in piedi alla sua destra e altre 500 alla sua sinistra. Tutte le statue sono realizzate in legno e ricoperte con foglie d'oro.
In aggiunta alle 1001 statue della Dea Kannon, davanti alla prima fila, troviamo anche altre 28 statue che rappresentano le famose divinità dei minacciosi guardiani che siamo abituati a trovare agli ingressi dei templi. Tra le più famose, spiccano le classiche statue di Fujin e Raijin, gli Dei del vento e del tuono, Karura o quelle dei guardiani Niō: Agyō e Ungyō.
Nel mese di gennaio, la domenica più prossima al 15, si tiene poi il Toshiya Matsuri: un festival nel quale migliaia di giovani arcieri vengono introdotti all'età adulta con una gara di tiro con l'arco in costume.
Foto tratte dal blog the Roving Ronin Report |
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