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Giorno 11: Ma c'è pure un giorno 11?

Avevo iniziato questi racconti partendo dal momento in cui misi piede fuori dall’aereo e quindi credo sarebbe giusto chiudere il cerchio arrivando fino al momento in cui salgo sul volo che mi riporterà a Malpensa.

In effetti non c’è un undicesimo giorno o, perlomeno,  non c’è molto da raccontare su quella mattinata.
Al mio risveglio devo finire di preparare gli ultimi bagagli, ma prima di uscire e fare il check-out devo ancora sbrigare una faccenda. Rinuncio alla connessione durante il trasferimento a Narita e mi tolgo il peso della restituzione del router. Così sigillo il pacchetto e vado al konbini più vicino per spedirlo. Ora posso lasciare definitivamente la camera e incamminarmi verso la stazione. Rimando la colazione a quando sarò in aeroporto ma, avendo ancora qualche Yen sulla Pasmo, ne approfitto per prendermi almeno un succo da un distributore automatico. A questo punto gli Yen residui si riducono a poche decine e quindi posso anche restituire la carta ottenendo indietro i miei 500 Yen di cauzione.  Ora non mi resta che salire sul treno della Keisei che mi riporterà a Narita.
Se il viaggio d’andata mi era quasi volato via, mentre mi guardavo intorno stordito dalle emozioni,  quello del ritorno sembra eterno.

Giorno 10: Sayonara Tokyo!

Sayonara Tokyo
Buongiorno Tokyo, e così oggi iniziano le nostre ultime 24 ore insieme. Il Japan Rail è scaduto ieri e quindi oggi è giunto il momento di usare quella Card Pasmo che abbiamo in tasca da 4 giorni ma non abbiamo ancora inaugurato. Stamattina si cambia pure il giro e, invece di andare verso Ueno e far colazione da Starbucks, ci spostiamo nella direzione opposta e faremo colazione da Mr. Donut vicino a Tawaramachi.
Due donuts, una specie di tazza di caffelatte e mi siedo per studiare il percorso più vantaggioso da fare con la metro. Oggi voglio andare verso Odaiba, quindi la prima tappa sarà a Shiodome dove poi prenderò la Yurikamone, la suggestiva linea panoramica sopraelevata che porta sull’isola della baia di Tokyo attraversando il Rainbow Bridge.
Ma la prima tappa non è un caso che sia Shiodome! Qui c’è la sede centrale della Nippon Television e, dal 2006 alla base di uno degli edifici, fa bella mostra di sé un enorme orologio meccanico con una particolarità piuttosto unica. Come si potrebbe forse intuire dal particolare design, che ricorda molto da vicino il castello di Howl e i robot di Laputa, quest’orologio è opera della geniale mente di Hayao Miyazaki!

Giorno 9: Dal mare a un mare di canzoni

Dal mare a un mare di canzoni
Una nuova giornata e io continuo a fregarmene del sonno arretrato. Certo, non faccio più quelle levatacce alle 6 del mattino, ma continuo a dormire quella media di massimo  6/7 ore a notte nonostante i kilometri macinati durante le giornate e senza aver mai recuperato tutto il sonno dei primi giorni. L’unica differenza è forse nel fatto che ora comincio a sentire il suono della sveglia invece di anticiparla. E comunque oggi mi sveglio nuovamente col sole!  Evidentemente la Dea del sole deve avermi preso in simpatia … forse anche troppo, visto che ho dovuto pure comprare una protezione solare per evitare di aggravare la mia situazione.
Ultimo giorno di JRP e quindi gitarella! La scelta della meta è quasi obbligata: Andare verso Hakone comporterebbe passare troppe ore in viaggio e non voglio consumare gran parte della giornata in treno. Yokohama, dopo 5 giorni a Tokyo e uno ad Osaka, posso anche risparmiarmela. Potrei andare verso Takao San ma, prima di partire, mi sono documentato troppo poco sul cosa vedere e come arrivarci. Quindi torno nel posto più bello che si possa trovare a due passi (50km) da Tokyo: Kamakura!

Giorno 8: Pioggia, shopping e un pochino di metallo

Pioggia, shopping e un pochino di metallo
Mi restano ancora due giorni di validità per il Japan Rail, quindi, tra oggi e domani, devo approfittarne e cercare di sfruttarlo al massimo, in particolare se voglio fare qualche giretto fuori Tokyo. Ho lasciato la città sotto la pioggia ieri sera però e, viste anche le previsioni,  dubito che stamattina la troverò in condizioni particolarmente migliori. Sicuramente non sta diluviando,  ma la mia splendida finestra con vista sulla parete di fronte (ad un metro di distanza) non è assolutamente d’aiuto per capire la situazione meteorologica. Quindi mi preparo alla cieca e scendo per scoprire che la situazione è la seguente: fastidiosissima pioggerellina vaporizzata che quando cammini ti arriva in faccia e sul display del cellulare invece di depositarsi sull’ombrello.
Ottimo! Andiamo verso la stazione e poi vediamo.  Che poi ho già deciso: oggi non si fa nessuna escursione sperando in miglioramenti per il giorno dopo.  
Ma apriamo una piccola parentesi proprio sulla pioggia.

Giorno 7: Il mio primo matsuri

Il mio primo Matsuri
Son qui ormai da sei giorni e sono ben sei giorni consecutivi che c’è il sole!  Ogni tanto controllo le previsioni sul telefono e pare che oggi sia il giorno in cui è previsto l’arrivo dell’inevitabile pioggia. La pioggia è sempre una scocciatura, ma oggi lo sarebbe ancor di più dato che rovinerebbe in parte un’importante giornata di festa per Tokyo: oggi è il giorno del Sanja Matsuri!
Il Matsuri è il tipico festival tradizionale giapponese e il Sanja Matsuri è uno dei festival più importanti che si tengono a Tokyo e coinvolge quello che è anche il mio quartiere preferito della città: Asakusa.
Quello per Asakusa e, più in generale, per tutto il quartiere di Taito-ku, fu un amore a prima vista. Le strade principali ampie e non eccessivamente trafficate che ne incrociano altre più strette e dove ci si dimentica di essere nella grande metropoli. Siamo ben lontani dai quartieri alla moda e difficilmente si potranno trovare negozi appariscenti, ma si avrà invece sempre la sensazione di essere in una zona che pullula di vita vera. 

Giorno 6: Volpi, Torii e vecchi amici

Volpi, Torii e vecchi amici
E’ l’ultima giornata a Kyoto e volevo investirla per vedere l’unico tempio che non avevo visitato nel corso mio primo viaggio: Il Fushimi Inari Taisha.
Sveglia verso le 8 per finire di preparare i bagagli, fare il check-out e lasciare la valigia in custodia al Ryokan fino all’orario di prendere il treno. Vorrei fare la mia solita sosta mattutina da starbucks ma, forse complice il fatto che sia un sabato mattina, il numero di persone in coda mi rende proibitiva la cosa e quindi mi dirigo direttamente in stazione dove farò colazione con un frullato fresco di fragola … buono! :9
Un paio di fermate di treno ed eccomi arrivato alla stazione di Inari che si trova proprio di fronte all’ingresso del santuario. E così comincio a girare per la struttura facendo foto e video qua e là.
Mi colpisce subito l’angolo dove si appendono le tavolette ema con le preghiere, che in questo caso sono dei veri e propri Torii rossi in miniatura. Non avrei mai pensato di lasciare un messaggio, ma la particolarità e la bellezza dell’immagine di tutti quei piccoli Torii appesi mi spinge a lasciarne anche uno tutto mio e sul quale inciderò (in giapponese) il mio desiderio di tornare.
Posso ora riprendere la mia visita a questo santuario delle volpi. Volpi che la fanno da padrone in questa prima parte della visita riproponendosi un po’ ovunque e in varie forme:  statue di bronzo, di pietra,  colorate di bianco, ecc.
Ma è procedendo che si arriva a quello che è il vero elemento peculiare di questo meraviglioso complesso sacro: i lunghi corridoi di torii.

Giorno 5: Un rottame a spasso nel Kansai

Un rottame a spasso nel Kansai
Ho deciso di passare questa quinta giornata ad Osaka e, poiché dista solo 30 minuti di treno da Kyoto, posso approfittarne per prendermela più comoda dei giorni prima. Non esco dal Ryokan prima delle 10 e passo pure la mia bella mezz’ora seduto nello starbucks davanti alla stazione prima di spostarmi sul binario.
Con tutta calma arrivo ad Osaka per le 11.30 e solo poco dopo mezzogiorno arrivo a destinazione nella zona di Dotonbori.
Mi infilo nella galleria dello shopping di Shinsaibashi  e decido di percorrerla consapevolmente nella direzione opposta a quella che porta verso le zone di maggior interesse con l’intenzione di attraversarla tutta dall’inizio alla fine.
Ma devo desistere perchè, per quanto continui a camminare, non riesco a vederne la fine all’orizzonte.
E’ impressionante! Una galleria coperta che si protrae per chilometri e piena zeppa di negozi generalmente raggruppati per genere.  Così, quando incontrate una tipologia di negozio: ad esempio un negozio di creme e cosmesi, potrete star certi che ne troverete altri 10 nell’arco dei  50 metri successivi.
Non so se si tratti di un caso, ma nel passeggiare per shinsaibashi, ed in generale per Osaka, resto sorpreso da una cosa che non mi sarei mai immaginato di dire o pensare: le ragazze qui sono decisamente più carine del livello medio di quelle incontrate a Tokyo. Che sia forse l’aria del Kansai?

Giorno 4: Un tuffo nel giappone più semplice

Un tuffo nel giappone più semplice
E anche per oggi sveglia presto, anche se, alloggiando a 15 minuti a piedi dalla stazione e non dovendo portarmi dietro bagagli, risulta tutto è molto più rilassante. Proprio per prendermela comoda ho prenotato lo Shinkansen delle 7.45, ma arrivando in stazione con largo margine d’anticipo decido di far cambiare la prenotazione su quello delle 7.29 in modo da poter prendere la coincidenza a Nagoya con maggior calma. Alla fine, visto il tempo speso per il cambio prenotazione, devo affrettarmi per prendere il treno al volo e quindi saltare la colazione... o almeno fino a Nagoya dove ora avrò del tempo da buttare. Nel breve tratto tra Kyoto e Nagoya mi godo il paesaggio delle campagne fuori Kyoto notando deliziosi particolari.

Alle 8.40 sono sull’Hida View per Takayama con il mio Dorayaki e il mio Caffelatte da viaggio.  L’Hida View è un treno espresso (ma non superveloce)  molto comodo e con vetrate pulite e grandissime che permettono di ammirare il paesaggio durante il viaggio. Una voce ti avverte pure se c’è qualcosa di una certa rilevanza da ammirare.
Per quasi tutto il viaggio il treno costeggia il fiume Hida tra vallate, dighe e paesaggi rurali lasciando scorrere piacevolmente le 2 ore di viaggio.

Giorno 3: La mezza maratona di Kyoto

La mezza maratona di Kyoto
Questa terza pagina dovrebbe iniziare con la mattina del terzo giorno e invece no! Si riparte dalla sera prima, quando tornato presto dalla cena, avevo iniziato a chiudere un po’ di cose in valigia e alle 23 mi sono infilato sotto al Futon con la sveglia programmata per le 6.
All’inizio tutto bene, ma dopo un’oretta mi risveglio e inizio a rigirarmi senza dormire nonostante la stanchezza e il sonno arretrato accumulato in 4 giorni (sì, perché avevo iniziato a svegliarmi all’alba già dagli ultimi giorni passati in Italia). Sarà l’agitazione per la paura di non sentire la sveglia, il maccha bevuto prima di dormire o l’ansia del trasferimento con valigione che mi aspettava l’indomani, fatto stà che di dormire non se ne parla, tanto che accendo pure la TV e scopro una buffa serie parodia di Ken dove i 3 fratelli di Hokuto in versione Super Deformed sono come dei bambini sfigati in balia di chiunque! Alle 3 riprovo a spegnere e riesco finalmente a prendere sonno!

E ora siamo veramente al terzo giorno, dove, col mio valigione, attraverso le stradine semi deserte di Yanaka in direzione della stazione JR di Nippori dove prenderò, per la prima volta in questa vacanza, la famosa Yamanote line. Lascio con un po’ di tristezza Yanaka di cui mi sono innamorato, e con la speranza di riuscire a farci un altro giretto prima di tornare in Italia (in fondo è ad una solo fermata di yamanote da Ueno, dove soggiornerò nella seconda metà della vacanza).

Giorno 2: A passeggio nella metropoli

A passeggio nella Metropoli
Dopo tutte quelle ore senza sonno sarebbe stato anche sensato farsi una bella dormitina ristoratrice … ma perdio, sono a Tokyo e come diceva Bon Jovi qualche anno fa: “I’ll sleep when I’m Dead” … o perlomeno quando sarò tornato nella noia milanese!  E così sveglia non più tardi delle 8 e anche se un po’ stordito e rallentato mi infilo in doccia. 
Tra doccia, capelli, e risistemazione della camera mi ci vuole quasi un ora e mezza per uscire dal Ryokan. Ma non ci lamentiamo, poteva andare molto peggio.

Programma? Dunque, abbiamo un’altra giornata coperta con il biglietto della Tokyo metro, quindi è il caso di approfittarne per fare giretti cittadini. Siccome nel mio primo viaggio ero stato pochissimo ad Akihabara, decido che quella sarà la prima tappa. Ma la prima vera tappa è lo starbucks fuori dalla stazione della metro dove per un attimo me ne frego dello scorrere del tempo e mi godo una bella mezzora di lenta colazione.

La mia seconda volta in Giappone : Giorno 1


La seconda volta in Giappone non è poi tanto diversa dalla prima. Forse sarà a causa dei troppi anni di attesa, fatto sta’ che all’arrivo ho avuto quasi la sensazione di essere lì per la prima volta. Il senso di smarrimento è forte, ma fortunatamente dentro di sé c’è la consapevolezza di esserci già passati senza difficoltà e che quindi bisogna solo prenderci le misure.

E per farlo ci vuole ben poco! Solo il tempo di uscire da Narita che, già fissando la mappa della linea Keisei all’interno della carrozza del treno, comincio a seguire quelle linee colorate e a districarmi tra i numeri delle stazioni. Certo, questo era facile e ci saranno altri ostacoli, ma già da qui si capisce come basti poco per dissolvere le mie paure.

C’era una cosa poi di cui mi ricordavo benissimo ma alla quale,  dopo tanto tempo, avevo cominciato a disabituarmi: ovvero la mentalità giapponese! Gran parte delle mie paure nascevano dall’eventuale nascita di disguidi e sul come avrei fatto per affrontarli. Compilerò bene la carta di sbarco? Mi faranno storie all’immigrazione? Lo standard dei Ryokan sarà sempre all’altezza? Avranno tenuto la prenotazione sulla fiducia e senza chiedermi nemmeno uno Yen di acconto? Il pacchetto con il mio modem per internet sarà stato veramente spedito di domenica e lo troverò il lunedì mattina al mio arrivo?

Ma nel momento che, una dopo l’altra, tutte le tue paure vengono fugate, ti ricordi perché ami tanto questo paese e come davanti a te ci siano 10 giorni meravigliosi ad aspettarti.

Ma facciamo un piccolo passo indietro e torniamo a Narita.