Mi restano ancora due giorni di validità per il Japan Rail, quindi,
tra oggi e domani, devo approfittarne e cercare di sfruttarlo al
massimo, in particolare se voglio fare qualche giretto fuori Tokyo. Ho
lasciato la città sotto la pioggia ieri sera però e, viste anche le
previsioni, dubito che stamattina la troverò in condizioni
particolarmente migliori. Sicuramente non sta diluviando, ma la mia
splendida finestra con vista sulla parete di fronte (ad un metro di
distanza) non è assolutamente d’aiuto per capire la situazione
meteorologica. Quindi mi preparo alla cieca e scendo per scoprire che la
situazione è la seguente: fastidiosissima pioggerellina vaporizzata che
quando cammini ti arriva in faccia e sul display del cellulare invece
di depositarsi sull’ombrello.
Ottimo! Andiamo verso la stazione e
poi vediamo. Che poi ho già deciso: oggi non si fa nessuna escursione
sperando in miglioramenti per il giorno dopo.
Ma apriamo una
piccola parentesi proprio sulla pioggia.
La pioggia fa parte del Giappone! Le precipitazioni sono piuttosto frequenti in quasi tutti i periodi dell’anno e verso giugno si parla anche di stagione delle piogge. Sarà proprio perché il popolo giapponese è abituato a conviverci, ma mi è capitato di notare alcuni particolari, apparentemente insignificanti, che dimostrano come si siano evoluti anche nel rapporto con la pioggia. Nel momento in cui inizia a piovere è molto frequente notare come molti negozi mettano in vendita per pochi Yen (si parla mediamente di un paio di euro) degli ombrelli. Sempre davanti ai negozi poi, compaiono anche delle lunghe e strette buste di plastica usa e getta nelle quali infilare il proprio ombrello bagnato per evitare di bagnarsi o sgocciolare in giro per il negozio. Infine una cosa che ho sempre notato è il fatto che almeno il 50% della totalità degli ombrelli che si vedono in giro in Giappone sono trasparenti! L’ombrello trasparente è comodissimo ed è un chiaro esempio di evoluzione. Perchè usare ombrelli neri o colorati quando l’ombrello trasparente ci permette di tenerlo più vicino al corpo e ripararci meglio, senza per questo limitarci la visuale mentre camminiamo? Boh!
La pioggia fa parte del Giappone! Le precipitazioni sono piuttosto frequenti in quasi tutti i periodi dell’anno e verso giugno si parla anche di stagione delle piogge. Sarà proprio perché il popolo giapponese è abituato a conviverci, ma mi è capitato di notare alcuni particolari, apparentemente insignificanti, che dimostrano come si siano evoluti anche nel rapporto con la pioggia. Nel momento in cui inizia a piovere è molto frequente notare come molti negozi mettano in vendita per pochi Yen (si parla mediamente di un paio di euro) degli ombrelli. Sempre davanti ai negozi poi, compaiono anche delle lunghe e strette buste di plastica usa e getta nelle quali infilare il proprio ombrello bagnato per evitare di bagnarsi o sgocciolare in giro per il negozio. Infine una cosa che ho sempre notato è il fatto che almeno il 50% della totalità degli ombrelli che si vedono in giro in Giappone sono trasparenti! L’ombrello trasparente è comodissimo ed è un chiaro esempio di evoluzione. Perchè usare ombrelli neri o colorati quando l’ombrello trasparente ci permette di tenerlo più vicino al corpo e ripararci meglio, senza per questo limitarci la visuale mentre camminiamo? Boh!
Prima
tappa della giornata: Stazione di Tokyo! Ci sono sempre passato solo
per saltare da un binario all’altro e non mi sono mai soffermato sulla
sua immensa struttura commerciale interna di cui ho sentito parlare. In
particolare sono alla ricerca della character street che dovrebbe
ospitare un po’ di negozietti interessanti. Ma non è facile orientarsi
tra quelle gallerie e io riesco solo a trovare posti dove mangiare! Poi
mi cade l’occhio su due persone davanti ad una parete luminosa e scopro
che si tratta di una guida touch alle attività commerciali presenti in
tutta la struttura. In pratica è un gigante tablet da parete tramite il
quale si possono ricercare i negozi in base alla categoria merceologica,
per poi ottenere una piantina con percorso guidato che parte dal punto
in cui ci troviamo. In questo modo la ricerca diventa un gioco da
ragazzi e in un paio di minuti sono a destinazione!
In
questa piccola stradina coperta è concentrato un buon numero di negozi
che vendono oggettistica legata ad anime o alla cultura kawaii. Uno dei
primi negozi che incontriamo è quello della Shonen Jump, quasi
totalmente invaso dal materiale di One Piece e Dragonball, compresi
articoli alimentari! Poi s’incontrano i negozi della NHK, di Rascal,
della Nippon Television, il Rilakkuma Store, Ultraman, Hello Kitty,
Lego, Miffy, Kyurutto e tanti altri. Ma gran parte del tempo della
visita io lo passo nel negozio dello Studio Ghibli dove però mi limito
ad acquistare solo un piccolo assortimento di personaggini in PVC di
Totoro, Jiji, Ponyo ecc…
Meglio andar via perché quel negozio è
veramente pericoloso e troppo colmo di peluche, soprammobili e
accessori tutti personalizzati in modo originale e delizioso con i
personaggi più famosi dei film di Miyazaki. Meraviglioso poi il
succhiellino di metallo (che cita quello di Mei in Totoro) all’ingresso
nel quale riporre i piccoli acquisti *_*
A
questo punto sono già in stazione e devo solo raggiungere il binario
per spostarmi a Nakano dove ormai c’è il mio centro commerciale di
fiducia per l’acquisto di cavolate: Il Nakano Broadway :D
Verso mezzogiorno sono nella
galleria dello shopping e mi dirigo direttamente al primo piano dove
c’è la concentrazione di attività anime oriented. Esattamente come
ricordavo, è strapieno di negozi nei quali curiosare per trovare gli
affari migliori. In questi negozi si trovano principalmente tonnellate
di action figures e ogni negozio è più o meno specializzato nel suo
genere: chi in giochi vintage, chi quelli ispirati al cinema e chi agli
anime.
L’unica cosa che si trovava sempre, ovunque e in quantità spropositata era One Piece che, in un certo senso, era la piaga di tutti i negozi che sacrificavano una vasta area dell’esposizione per i gadget legati all’opera di Eiichiro Oda. Decisamente troppo! Alla fine per me non acquisto quasi nulla e ne approfitto per cercare un Luffy da regalare a Virginia e uno Zoro per la Ele. Sono soddisfatto anche se ho commesso un piccolo errore: nei miei ricordi, salendo ai piani superiori si trovavano cose poco interessanti, invece noto che sono 3 piano ugualmente zeppi di negozi interessanti!
Quindi grave errore spendere tutto il budget al primo piano :D
L’unica cosa che si trovava sempre, ovunque e in quantità spropositata era One Piece che, in un certo senso, era la piaga di tutti i negozi che sacrificavano una vasta area dell’esposizione per i gadget legati all’opera di Eiichiro Oda. Decisamente troppo! Alla fine per me non acquisto quasi nulla e ne approfitto per cercare un Luffy da regalare a Virginia e uno Zoro per la Ele. Sono soddisfatto anche se ho commesso un piccolo errore: nei miei ricordi, salendo ai piani superiori si trovavano cose poco interessanti, invece noto che sono 3 piano ugualmente zeppi di negozi interessanti!
Quindi grave errore spendere tutto il budget al primo piano :D
Sollecitato dalla mia costante sofferenza, più di una volta ho avuto la tentazione di fermarmi in un negozietto dove, delle ragazze vestite in divisa rosa, offrivano rilassanti massaggi ai piedi XD ... ma evito.
Intanto si son fatte
le 15.30 e la fame comincia a farsi sentire. Oltretutto, la cena della
sera prima non mi aveva ancora tolto la voglia di sushi, e così mi fermo
in un kaiten dove mi faccio una scorpacciata di 16 nigiri e 6 maki alla
modica cifra di 10 euro!
Dopo pranzo torno alla stazione
di Tokyo e, mentre sto valutando di andare a fare un giro a Kawasaki e
sono già sul binario giusto, il cellulare mi abbandona senza preavviso.
Decido così di tornare al Ryokan per capire quale sia il problema. Come
immaginavo, l’anomalia è dovuta ad un problema alla batteria di scorta,
così rimetto quella principale e sono nuovamente pronto per uscire. Poco
male, ne ho approfittato per svuotare lo zaino dai vari pacchettini
dello shopping.
Ho
perso del tempo ma sono ancora le 18.30 e così decido di fare un salto
ad ikebukuro e proseguire il mio giro per centri commerciali. Ennesimo
negozio Ghibli e questa volta non resisto a fare altri acquisti: La
riproduzione della tazza che Kiki acquista nel film su richiesta di Jiji
e un paio di mini totori di peluche. Girando per il centro commerciale
trovo poi una parete piena zeppa di foto di gatti e scopro si tratta di
un contest per eleggere la miglior fotoamatoriale di gatti del 2013.
Alcune foto erano davvero spettacolari con questi gatti in posizioni e
con espressioni assurde, quasi irreali! XD
Di nuovo di ritorno al
Ryokan, mi fermo a mangiare in un locale che ha Shin-chan come mascotte e
che offre a prezzi modici le solite ciotole di specialità giapponesi.
Ingannato dalla foto, sono convinto di ordinare un piatto di Yakisoba e
invece mi ritrovo il classico donburi con l’aggiunta di uno strato di
yakisoba nella parte superiore. Poco male, così ho un po' più di varietà
;)
Quando torno al Ryokan sono ormai quasi le 22 ma io non voglio
chiudere la serata qui, né voglio farmi il solito giretto in zona. Ho
deciso! Stasera vado a Shinjuku!
Mi
preparo e alle 23 sono fra le, ancora piene di vita, strade di
Kabukicho. Girare tra i vicoli di questo quartiere, noto come il
quartiere a luci rosse di Tokyo, è veramente un’ansia. Sarà che vedevano
un occidentale passeggiare da solo e senza meta, ma non riuscivo a fare
10 metri senza che qualcuno mi si avvicinasse per offrirmi del
“divertimento”. Ma io sono qui perché da queste parti si possono
trovare gli unici locali un po’ più underground quindi continuo per il
mio giro.
Ma girare un po’ alla cieca in queste condizioni è
piuttosto difficile, così mi dirigo verso l’unico locale di cui avevo
già un riferimento preciso e avevo già incontrato passeggiando: il Godz.
Si
tratta di un piccolissimo pub Metal al quale si accede scendendo una
scala che porta in un piccolo locale nel seminterrato. Mi aspettavo di
trovare un’atmosfera strana, un qualcosa di non ben definibile, e invece
mi son trovato un vero e proprio pub metal pieno zeppo di foto, dischi,
poster, autografi e locandine appese alle pareti. Le luci sono
bassissime, al contrario della musica che non si può definire di
sottofondo (anche se non è così alta da rendere difficile il
comunicare). Le ridotte dimensioni sono nello standard dei locali
nipponici così come, a dare un tocco di giapponesità, ci sono dei Jack e
dei Gloomy Bear neri (come quello che mi ero comprato al mattino)
appesi al soffitto. Appena arrivo e mi siedo al bancone, resto
piacevolmente sorpreso da come ad accogliermi ci sia la musica degli
Avantasia seguita da quella dei Manowar. Fuck Yeah!
Poi c’è il
titolare che si scusa per il fatto che quella sera non avrebbe potuto
tenere aperto fino alle 5 del mattino ma avrebbe dovuto chiudere prima
della 1. Gli dico che non c’è nessun problema (devo pur sempre prendere
l’ultimo treno) e di versarmi al più presto una birra! Alla mia
sinistra c’è un silenzioso ragazzo barbuto che si scopre essere il
batterista di una band (credo australiana) di cui non ho capito il
nome, ma che il titolare conosce bene, tanto che gli chiede di fare una
foto insieme. Nel frattempo , alla mia destra, un altro ragazzo di
origine russa ma che vive a Tokyo, mi offre uno jagermeister pur non
conoscendomi! Non ci posso credere! Mi sento terribilmente a mio agio ed
è come se ci fosse un qualcosa di contagioso nell’aria giapponese che
rende tutti più amichevoli e disponibili. Pur trovandomi nel posto forse
meno giapponese di tutto il quartiere, quest’atmosfera mi fa sentire
ancora più innamorato di questo paese.
Vado
via salutando calorosamente tutti e fuggo verso la stazione. Qui posso
ammirare un ragazzo completamente ubriaco che, dopo essere stato
caricato sul treno dalla ragazza, si accascia a dormire per terra ma
senza infastidire nessuno dei molti passeggeri nonostante sia quasi la 1
di notte. Prima di arrivare a destinazione scopro un'altra cosa nuova:
dopo una certa ora ci sono treni della yamanote col percorso ridotto.
Sono quindi costretto a scendere e aspettare un treno successivo per
fare l’ultimo tratto fino a Ueno.
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